Description
L’acqua Santa Croce sgorga dal 1273 a 800 metri di altezza sul colle Cotardo, un Parco Naturale tra le quinte incontaminate dei monti Simbruini, nel cuore dell’Appennino Centrale dell’Abruzzo. Questa zona, soggetta a protezione ambientale e igienico-sanitario, garantisce purezza e qualità. L’acqua scaturisce direttamente dal fianco della montagna, senza subire alcuna azione di captazione artificiale e mantenendo la sua purezza originaria. La roccia, il miglior microfiltrante naturale, rilascia il giusto equilibrio di Sali minerali. E’ un’acqua OLIGOMINERALE con un residuo fisso di 180 mg/litro e per questo garantisce all’organismo un equilibrato apporto di sali minerali.
Ma non basta! L’acqua Santa Croce ha altre 2 peculiarità che la rendono unica tra le oligominerali:
1) basso contenuto di sodio (il comune sale da cucina): solo 1.5 mg/l di sodio,
2) basso contenuto di nitrato (indica l’inquinamento): solo 1,1 mg/l di nitrato.
Teniamo conto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda per i bambini acque con un contenuto di nitrati inferiore a 10 mg/l. Si devono aggiungere alcune funzioni benefiche che l’acqua Santa Croce esercita sull’organismo per cui: è indicata nelle diete povere di sodio, favorisce l’eliminazione dell’acido urico, agisce sul metabolismo epatico e sul ricambio renale e facilita le funzioni digestive. Le caratteristiche della fonte differenziano l’acqua Santa Croce dalla maggior parte delle acque minerali italiane, captate dai pozzi verticali a varie profondità del terreno. L’esubero di tutto ciò che non viene imbottigliato convoglia nei laghetti del Parco Naturale, accessibile, nel rispetto dell’ambiente, a tutti coloro che vogliano assaporare la qualità e la purezza dell’Acqua Santa Croce.
LA REGINA DELLA VALLE
L’Acqua Santa Croce sgorga dal colle Cotardo, nome che sta a indicare un luogo alto, ricoperto da boschi di castagno che producono la famosa “roscetta”, la castagna definita giustamente “la regina della valle” nota in tutto l’Abruzzo per la sua squisitezza. La vegetazione si presenta lussureggiante, soprattutto in relazione all’abbondanza di acque che sgorgano da numerose sorgenti. Fino a 500/600 metri di altitudine troviamo boschi misti di querce, ornati di ginestre. Nel versante a sinistra del Liri i boschi di querce si inerpicano fino alla cima del Monte Orbetta, mentre nel versante destro troviamo i castagneti che offrono in autunno i loro abbondanti raccolti; oltre i 900 m. inizia il cerro, la cui presenza annuncia che stiamo salendo verso il piano montano ove domina incontrastato il faggio. Tutta la montagna è coperta uniformemente dal faggio sino ai 1650 m circa, eccetto la zona intorno al Monte Viperella, la vetta più alta del comune (1836 m), mentre lungo il fiume Liri troviamo invece principalmente pioppi neri, salici, rovi e biancospini. Il sottobosco è ricco di funghi e di fragole. Cospicuo inoltre è il patrimonio floristico, estremamente vario, che annovera numerose specie come il giglio martagone (Lilium Martagon), la genziana (Gentiana Verna, da cui si ricavano gli elementi base per la produzione di un liquore di colore giallognolo), la primula, il narciso (Narcisus Poeticus).
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